L’UOMO CHE MALTRATTA LA DONNA…….APPARTIENE AL GENERE ANIMALE!!!!!!

Dogmi religiosi, ataviche usanze, primordiali istinti, bassi convincimenti, troglodite teorie, nelle diverse società, fin dai tempi antichi, hanno relegato la donna ad un ruolo subalterno all’uomo ed Ella supinamente ha sopportato ogni genere di sopruso. Purtroppo ancora oggi il credo religioso  ( a cui si deve massimo rispetto di qualunque natura esso sia) che travalica il trascendente e che dovrebbe rimanere chiuso in tale ambito senza interferire nelle scelte della vita terrena, influenza il modo di agire sia politico che sociale  e, continuando a considerare la Donna essere subalterno all’uomo, reitera l’abominevole fallace convincimento che ad Ella non possa essere riconosciuta pari dignità.

I nostri avi condividevano l’idea di subalternità della Donna tanto che un detto recitava “All’omo a scupetta  e a fimmina a cazzetta, per indicare la netta distinzione dei ruoli dove all’uomo competeva l’obbligo del sostentamento della Famiglia mentre alla Donna quello delle faccende domestiche. Per fortuna nell’era contemporanea, nella maggior parte delle Nazioni, alla Donna viene riconosciuto il giusto ruolo ed ad Ella competono gli stessi diritti ed i medesimi doveri della Sua “metà “.

Richiamando nuovamente i nostri antenati, (ai quali comunque rimaniamo affettivamente e  culturalmente legati pur in alcune errate convinzioni, come quelle sopra riportate, frutto dei tempi)  un loro detto recitava “A Fimmina faci e a fimminasfaci a casa” per riconoscere alla Donna un ruolo attivo sia nella vita domestica ma anche, attraverso un’interpretazione estensiva che a noi piace dare al detto, nelle determinazioni della società civile.

Agli inizi del secolo scorso un certo Nicolosi, un fiero denigratore dei meridionali, dopo aver conosciuto la bellezza delle ragazze di Bagnara e Scilla non poté fare a meno di descrivere la  propria ammirazione per le donne residenti nel luogo dove la mitologia collocava la sede delle Sirene.

Il suo pentimento lo espresse raccogliendo  lo stato d’animo degli abitanti del luogo che cosi si esprimevano nei confronti delle loro compaesane:

Bruna, brunetta comù na castagna

Sanizza e china comu na pigna

Hai l’occhi niri e capiddhi rizzi

Vali cchiù na brunetta sapurita

Ca ‘na jancuzza cu robba e dinari

Pi la jancuzza nci pizzu la vita

Ma la brunetta la pozzu prijari.

E ancora:

Quandu tu nascisti 

Avivi li billizzi di Sant’Anna

L’occhi e i gigghia di Santa Lucia

A’ facci di una rosa spampinata

Eri un garofulu jurutu d’ogni tempu.

Concludeva:

Si fussi ù pinnellu l’arma mia

Bella ti culuravu pi ogni latu

Dopu culurata, jeu ti adureria

Avanti ai li to peri ‘nginocchiatu.

 Lo scrittore e giurista romano  Aulo Gellio,scriveva a proposito delle donne:

Malum est mulier sed necessarium malum”- La moglie è un male, ma un male necessario.  

A noi piace chiudere questo elogio allo Splendido Gentil Sesso non prima di aver chiesto scusa per tutto il male che l’uomo Le ha fatto nel corso dei secoli, parafrasando questa definizione dicendo

LA DONNA È UN BENE ED UN BENE NECESSARIO

VIVA LE DONNE

 

Alla stesura di questo scritto ha collaborato Giuseppe Moscato

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